Cla
2006-11-10 09:15:30 UTC
Ciao a tutti, prima della riflessione tolkieniana ho un quesito da provi.
Esiodo narra ne "Le opere e i giorni" che Pandora, mandata da Zeus come
punizione per gli uomini aiutati da Prometeo, apre il celebre vaso da cui
escono i mali che affliggono il mondo (fatica, malattia, ecc...) e resta
dentro solo la "cieca speranza". Domande:
1- ma se il vaso conteneva i mali, anche la speranza è un male per i greci?
Risposta possibile 1: il vaso oltre ai mali conteneva anche dei beni.
Risposta possibile 2: il vaso conteneva dei beni tra cui speranza a
sostentamento, che gli uomini potevano prendere. Quando esce il
sostentamento, gli uomini devono faticare per procurarselo.
2- ho sentito dire (da Cacciari qualche anno fa) che la speranza per i greci
è cieca/fallace: è positiva in quanto permette agli uomini di sperare in
qualcosa che non c'e', evitando di guardare il loro destino mortale, il che
impedisce il suicidio. Ma dov'e' scritto che la speranza è "cieca" o
"fallace"?
Cio' detto, vi prego di notare l'immane distanza tra la mitologia greca (che
vede nella speranza un qualcosa di fallace, il che evita all'uomo di
guardare la sua mortalità e disperarsi) e quella tolkienana, in cui l'homo
può confusamente vedere un suo destino che va oltre il ciclo di Arda e la
sua morte.
Esiodo narra ne "Le opere e i giorni" che Pandora, mandata da Zeus come
punizione per gli uomini aiutati da Prometeo, apre il celebre vaso da cui
escono i mali che affliggono il mondo (fatica, malattia, ecc...) e resta
dentro solo la "cieca speranza". Domande:
1- ma se il vaso conteneva i mali, anche la speranza è un male per i greci?
Risposta possibile 1: il vaso oltre ai mali conteneva anche dei beni.
Risposta possibile 2: il vaso conteneva dei beni tra cui speranza a
sostentamento, che gli uomini potevano prendere. Quando esce il
sostentamento, gli uomini devono faticare per procurarselo.
2- ho sentito dire (da Cacciari qualche anno fa) che la speranza per i greci
è cieca/fallace: è positiva in quanto permette agli uomini di sperare in
qualcosa che non c'e', evitando di guardare il loro destino mortale, il che
impedisce il suicidio. Ma dov'e' scritto che la speranza è "cieca" o
"fallace"?
Cio' detto, vi prego di notare l'immane distanza tra la mitologia greca (che
vede nella speranza un qualcosa di fallace, il che evita all'uomo di
guardare la sua mortalità e disperarsi) e quella tolkienana, in cui l'homo
può confusamente vedere un suo destino che va oltre il ciclo di Arda e la
sua morte.